Il decreto legge sulle liberalizzazioni, come saprete, ha inevitabilmente creato numerosi dissaporti tra la categorie colpite. Anche per quanto riguarda il mercato immobiliare le decisioni del governo Monti hanno portato al confronto/scontro ISVAP, l’autorità di controllo sulle assicurazioni e ABI (Associazione Bancari Italiani).
Il tutto ha inizio con l’intervento di Giancarlo Giannini, presidente ISVAP, che in commissione industria del senato, ha richiesto che venisse introdotto del decreto il divieto per le banche e gli istituti di credito di obbligare i propri clienti che attivano un mutuo a contrarre anche una polizza assicurativa.
Una pratica scorretta secondo l’ISVAP per cui gran parte degli istituti di credito italiani pone come criterio essenziale l’accensione di una polizza assicurativa in vista dell’apertura di un mutuo sull’acquisto di una casa. Le banche in questo modo infatti giocherebbero un doppio ruolo di stipulatrici delle polizze su mutuo tramite compagnie collegate e beneficiare delle stesse.
Di tutt’altro avviso ovviamente l’ABI, che per conto del direttore generale, Giovanni Sabatini per cui non esisterbbe nessun conflitto d’interesse. Anzi il vero problema in questo caso è per il cliente che ha deciso di acquistare appartamenti in vendita e attivare un mutuo. Mentre la banca che concede un mutuo ha la garanzia dell’immobile che copre circa il 60/70% dell’ammontare, il cliente che ha attivato un mutuo per acquistare casa, nel caso in cui dovesse perdere il lavoro, potrebbe dover rinunciare anche alla casa stessa.
Sabatini ha comunque aperto uno spiraglio nei confronti dell’ISVAP dichiarando di accettare il divieto previsto dall’autorità di controllo sulle assicurazioni ma pur sempre all’interno di un quadro normativo ragionato e gestibile.