La legge impone per i coniugi il diritto di coabitazione. Esistono però delle eccezioni previste dalla normativa in materia: oltre al caso della separazione di diritto o divorzio, è previsto che i coniugi possno avere residenze diverse per motivi contingenti che li costringono a vivere in due luoghi distinti, dunque, una sorta di separazione di fatto. Il motivo principale di tale situazione è ovviamente il lavoro.
Di conseguenza, è contemplato il caso in cui due coniugi siano ognuno proprietario di un immobile in cui ha anche la residenza.
Questo comporterebbe per entrambi le agevolazioni per la prima casa: ovvero l’esenzione dell’Ici fino ad ora e il pagamento dell’IMU agevolata non appena entrerà in vigore (31 marzo 2012). Sul punto in realtà la Corte di Cassazione si è espressa in modo diverso: l’esenzione spetta solo per l’immobile che viene considerato nucleo familiare principale. In caso di figli esso coincide con l’abitazione dove questi risiedono, altrimenti si procede per presunzioni o si affida la scelta alle parti interessate.
Questa è la situazione di diritto ma di fatto i Comuni hanno spesso interpretato in maniera più elastica il dettame normativo conferendo l’esenzione ad entrambi gli immobili. La recente sentenza della Cassazione, complici anche le ristrettezze economiche che impongono un risanamento delle casse comunali, ha segnato una svolta interpretativa.
Due coniugi, non separati legalmente, possono avere un solo immobile adibito a prima casa, anche se per ragioni di lavoro o altro hanno residenze separate. Il chiarimento ha valenza retroattiva: gli Uffici dei Tributi del Comune possono richiedere gli arretrati non versati negli ultimi cinque anni.
La situazione si complica se, come spesso accade, i due immobili siano accatastati in comuni diversi (il che è del resto intuitivamente più logico nel caso di trasferimenti di lavoro): è chiaro infatti che ognuno dei comuni coinvolti farà valere le proprie ragioni per ottenere il gettito fiscale.
In tempi di crisi come quelli di oggi, si è sempre più disposti a tutto, pur di ridurre le spese familiare, ed ecco che si arriva anche alle finte separazioni tra i coniugi, pur di risparmiare sulle tasse.
Per contrastare il fenomeno delle separazioni fittizie, create ad hoc per eludere gli obblighi fiscali, sono stati avviati accertamenti volti a quantificare caso per caso le proprietà tassabili e le rispettive quote.