Le perizie, momento essenziale fra le fasi (preventivo, istruttoria) che anticipano l’erogazione del mutuo, cambiano aspetto. Le prime avvisaglie del cambiamento si sono avvertite dal 2008 circa, subito dopo il fallimento di Lehman Brothers.
Le banche, per realizzare le stime sul valore degli immobili, atte a stimare il valore del mutuo in relazione al valore dell’immobile, hanno cambiato i metodi.
Infatti mentre prima ci si affidava a periti “interni” adesso questo servizio è gestito in outsourcing da società esterne, come Crif, Praxi o Reag. Questo è un cambiamento basilare, perché oggi sono scomparse le cosiddette “perizie allegre“, cioè quelle fissate al valore commerciale e come tale influenzato dagli optional della casa (ristrutturazione effettuata, impianto di climatizzazione, domotica ndr). Le perizie oggi vengono effettuate sulla base del valore nullo dell’immobile sulla base dei range minimi e massimi indicati per ciascun quartiere dall’Agenzia del Territorio.
Oggi insomma le perizie sono più rigide. Per evitare conflitti d’interesse i periti vengono scelti in automatico dagli istituti di credito accedendo a una banca dati in modalità random. Tutto questo è un vantaggio per il sistema finanziario, perché così è impossibile ottenere importi superiori al valore dell’immobile, calcolati su loan to value reali ben superiori al 100%. Fenomeno diffuso, invece, fino a qualche tempo fa. Lo dimostra il fatto che abbiamo riscontrato molti problemi a surrogare/sostituire mutui su vecchi immobili proprio perché il valore finanziato era nettamente superiore al valore dell’immobile, anche se formalmente al di sotto dell’80%.
Il costo di una perizia è di circa 275 euro. Bisogna tener presente, poi, che il costo di periza è l’unico costo che il 99% delle banche che operano in Italia fanno anticipare al cliente. Altre banche, invece, sottraggono queste spese, insieme ai costi di istruttoria, all’imposta sostituiva e del procuratore bancario (che rappresenta l’istituto all’atto del rogito, ndr) dall’importo elargito. Da ciò deriva che l’importo effettivamente finanziato è minore di quello richiesto. Cosa questa che spesso viene ignorata da molti fino al giorno del rogito.