La profonda crisi finanziaria cominiciata a fine luglio e tutt’ora in corso, sta creando tante incertezze e confusione anche nella scelta del tipo di mutuo.
Molti richiedenti che a fine luglio avevano chiesto il preventivo e avviato le pratiche per ottenere un mutuo a tasso variabile, oggi a pratica ancora da concludere, ci stanno ripensando, facendosi tentare molto dal mutuo a tasso fisso. Infatti le indicazioni sul fronte dei tassi di primavera sono state profondamente rimescolate e soprattutto non si hanno certezze sul futuro.
Ma cerchiamo di capire al momento come è la situazion. Gli Eurirs – gli indici di riferimento per il mutuo a tasso fisso, unito allo spread applicato dalla banca determina il Tasso annuo nominale – sono scesi violentemente. L’Irs a 20 anni – utilizzato appunto per i mutui con durata 20 anni – l’11 aprile 2011 viaggiava al 4,16 per cento, invece oggi si aggira sul 3,3 per cento. Dal punto di vista finanziario gli 86 punti base persi da questo indicatore sono un abisso. Infatti, su una richiesta di mutuo di 150.000euro, questa differenza dell’indice, si traduce in 7-8 mila euro di risparmio. Attenzione, stiamo parlando di 7-8mila euro di risparmio rispetto allo stesso mutuo a tasso fisso, ma stipulato ad aprile.
In pratica, si sta ripetendo quello che è successo l’anno scorso quando l’Eurirs scese al minimo storico (complice la disastrosa economia della Gracia). Difatti l’anno scorso, di questi tempi, era possibile stipulare mutui a tasso fisso con un Taeg (Tasso annuo effettivo globale che contempla interessi e altri oneri legati al mutuo) intorno al 4 per cento. Un’offerta finanziarimente molto interessante, o meglio…un grande affare, dato che i mutuatari hanno bloccato per tutta la durata del prestito un tasso corrispondente al costo medio pagato da chi negli ultimi 10 anni ha scelto il variabile (statisticamente più conveniente del fisso, ottenuto sommando a un Euribor medio del 3% uno spread dell’1%) ma allo stesso tempo non soggetto a rischi, a cui solo il mutuo variabile è soggetto.
Forse si, ma è da considerare che, i Taeg migliori oggi proposti sono intorno al 4,7 per cento (70 punti in più dell’anno scorso), inoltre la confuzione finanziaria, sta rimescolando anche la situazione sul fornte dei tassi variabili. Gli indici Euribor – gli indici con cui, in aggiunta dello spread concordato in sede di stipula, sono calcolate via via le rate dei mutui a tasso variabile – da maggio viaggiavano in lenta ma costante risalita. E, soprattutto, eranoproiettati in rialzo anche per il prossimo triennio. Lo scorso maggio i future sull’Euribor a 3 mesi (contratti scambiati sul mercato Liffe di Londra) proiettavano l’ “indice dei mutui variabili” al 2% a dicembre 2011, al 2,775% a dicembre 2012, al 3% (tasso medio negli ultimi 10 anni), a settembre 2013, e al 3,43% a settembre 2014.
Oggi, invece, hanno ribaltato queste proiezioni. A giudicare dai prezzi a cui vengono scambiati oggi i future sull’Euribor, questo parametro, fissato da due sedute consecutive all’1,54%, dovrebbe invertire la rotta e tornare a scendere nei prossimi mesi. A dicembre 2011 è visto all’1,3 per cento. A marzo 2012 all’1,19%, a giugno 2012 all’1,16% per ritornare sui livelli attuali intorno a giugno 2013 e superare la soglia del 2% dopo la primavera del 2014. A giugno 2015 dovrebbe portarsi al 2,75%, ancora un po’ lontano da quel 3% che è la sua media storica degli ultimi 10 anni.
Il mercato, in sostanza, sta puntando in questo momento su una crescita stentata dell’economia dell’area euro nei prossimi mesi.In questo scenario la Banca centrale europea non dovrebbe operare altri rialzi dei tassi di interesse, dal momento che lo ha già fatto nella prima parte del 2011. Dunque, se el previsioni sono giuste, vorrà dire che i tassi variabili (a parità di spread) risulteranno ancor più bassi rispetto alle soglie attuali (il miglior variabile a 20 anni si stipula intorno a un Taeg del 2,7%).
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