Purtroppo negli ultimi anni, complice la crisi economica e l’innalzamento delle richieste di mutui, il termine spread è diventato estremamente poplare, ma pochi conoscono il vero significato.
Il termine, di origine anglosassone, letteralmente significa margine, scarto, in pratica rappresenta il ricarico che la banca applica sul costo del denaro.
Il principio è classicamente commerciale. Il commerciante (la banca) compra il prodotto all’ingrosso (il denaro) ad un prezzo (tasso di scambio interbancario) e lo rivende alla sua clientela ricaricato di un margine di guadagno (spread).
Negli scambi tra banche il denaro ha una sua quotazione, che in Europa viene definita Euribor. Quello è il tasso, rilevato giornalmente, a cui la banca può comprare valuta, o anche venderla se ne dispone in eccesso. Ovviamente la banca, o altri istituti di credito autorizzati, devono avere un ritorno economico dall’attività di concedere mutui e/o prestiti. Questo ritorno economico è proprio lo spread.
Ciò consentirà alla banca di compensare le spese di gestione della struttura creditizia e della pratica nonché i rischi dell’operazione, e guadagnarci sopra qualcosa.
In presenza di un mutuo a tasso variabile, dovremo quindi rimborsare la cifra, con un tasso stabilito con il criterio:
Euribor + spread
dove l’Euribor costituisce la componente variabile del tasso, non stabilito dalla banca, mentre lo spread quella fissa, che resterà invariata per tutta la durata del mutuo e definita nel contratto stipulato con la banca.
NOTA: rari contratti prevedono la modifica dello spread al raggiungimento di specifiche scadenze o al verificarsi di determinate condizioni.
Essendo solidamente garantiti dall’ipoteca i mutui sono gravati da modesti rischi di insoluto e ciò consente alle banche l’applicazione di spread molto bassi.
La media si attesta intorno all’1,60%. Si parte da offerte eccezionali intorno allo 0,50% per arrivare a punte del 3%, richiesto da banche che finanziano situazioni un po’ più a rischio.
La scelta di applicare uno spread più o meno alto dipende esclusivamente dalla volontà della banca. Ciò genera una prima grande varietà di offerte diverse da istituto ad istituto ecco perchè anche scegliere la giusta offerta di mutuo non è facile.
Anche per i mutui a tasso fisso si parla di spread. In quel caso costituisce la quota aggiuntiva applicata al parametro di riferimento IRS (Euris), in base al risultato dell’addizione:
IRS (di durata pari a quella del mutuo) + spread
Qui però lo spread servirà per calcolare il tasso una sola volta, il giorno della sottoscrizione del contratto di mutuo, perché in seguito il saggio di interesse non potrà più subire alcun aggiornamento.
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